Konrad Hofer

Konrad Hofer è nato nel 1928 a Langenau, nell’Emmental.
Fin da piccolo la sua grande passione era la pittura.
Nel 1949 si trasferisce a Basilea.
Nei primi anni della sua carriera ricevette molte borse di studio che gli permisero di dipingere senza doversi dedicare ad altra attività.
Trascorse sempre lunghi periodi in Provenza, dove possedeva una casa per le vacanze; questi paesaggi ebbero una forte influenza sulla sua pittura.
La tecnica pittorica: principalmente a olio, – acrilico e inchiostro, disegni e bassorilievi in legno.
Ha avuto innumerevoli mostre in varie gallerie e grandi commissioni per opere d’arte su edifici (murales, vetrate, mosaici e rilievi in legno o metallo o pietra).
È morto nel 2006 dopo una lunga malattia.
Konrad Hofer wurde 1928 in Langenau im Emmental geboren.
Schon als kleines Kind war seine grosse Leidenschaft das Malen.
1949 zog er nach Basel. Er bekam, in der ersten zeit seiner Tätigkeit, viele Stipendien, die ihm, unteranderem, das Malen, ohne Nebenerwerb, ermöglichten.
Immer wieder längere Aufenthalte in der Provence wo er ein Ferienhaus besass, da diese Landschaften ihn in seiner Malerei stark prägten.
Die Maltechnik: hauptsächlich mit Öl, – Acryl, und Tusche, Zeichnungen und Relief aus Holz entstanden.
Er hatte unzählige Ausstellungen in div. Galerien und grosse Aufträge für Kunst am Bau (Wandbilder, Glasmalerei, Mosaik und Relief aus Holz oder Metal oder Stein)
2006 verstarb er nach längerer Krankheit.


Il colore suggerisce la percezione della vita. (O il contrario?)
Konrad Hofer, era nato nel 1928 e cresciuto nella zona rurale di Langenau, nell’Emmental, dove l’ambizione più grande era diventare macchinisti, direttori di banca o piloti. Non per Konrad Hofer. Lui sognava fin da piccolo l’utilizzo del pennello, seguire la linea del disegno per cui intraprese la via dell’arte.
Nel 1949 si trasferì a Basilea, dove trovò il terreno fertile nella cultura degli anni ’60 e ’70 per sviluppare il suo talento. Le tante esposizioni nelle diverse gallerie vissero attraverso le impressioni della sua vita, espresse dai suoi dipinti dai colori terrosi.
Possiamo ancora ammirare i suoi dipinti e rilievi in varie università, edifici bancari e spazi pubblici.
Konrad Hofer apparteneva alla classe popolare, un artigiano, un artista della vita, un uomo libero. Non si è mai asservito al sistema, con un impiego da insegnante come altri suoi colleghi, anche se questo gli avrebbe reso la vita più semplice.
Era un uomo socievole che si sentiva a suo agio nella cerchia degli amici e familiari. Per dipingere però aveva bisogno di calma e solitudine: si sedeva lasciando che il mondo gli scorresse accanto per assorbirne le impressioni con tutti i sensi attivi e trasmettere nella tela le sue visioni.
La Provenza fu fonte inesauribile di ispirazione: paesaggi, dolci colline, mandrie di bovini, formazioni rocciose. I vigneti come personale elisir di lunga vita, argomento di incontri, guida attraverso le stagioni, si manifestavano sulla tela.
Dalle cave portava a casa non solo le immagini figurative, ma anche la sabbia che utilizzava per conferire una sorta di autenticità ai suoi dipinti. Ha collegato terra e cielo con lunghe pennellate orizzontali, con l’uso di matite, mentre per le rocce ha scelto toni acrilici, aspri. Realtà del quotidiano? Certo, ma da buon bernese riflessivo, trascurava il casuale, l’oscuro. Però andava fino in fondo ai fenomeni, dove questi rivelano l’essenziale, l’unico.
In lunghe riflessioni in studio, su più temi, elaborò la capacità significante di un paesaggio, di una cava, di una formazione montuosa.
Il suo quotidiano era piacevolmente rituale, la porta del suo studio sempre aperta, familiare. All’interno il fascino del professionista libero, le prove pittoriche di un lavoro costante e la calda aura di Konrad Hofer persona. È difficile sfuggire a questa formula unica. Riceveva con la stessa cordialità i direttori di banca e gli umili: si trattava di ghiotte occasioni per scegliere una bottiglia di rosso durante le gradite visite in studio e permettere ai visitatori di gettare uno sguardo sulla sua vita dipinta nell’anima.
Il suo miglior marketing era la sua essenza (anche se la parola marketing gli era del tutto estranea!).
I suoi quadri: pieni di densità d’impressioni, un’intera tavolozza di percezioni sensoriali, colori del silenzio che hanno tanto da raccontare, ubriachi di vita. Senza tempo.
