Angela Forte

Angela Forte

 

Angela Forte nasce a Noto dove consegue la maturità classica. Dopo gli studi alla Facoltà di Scienze Politiche di Catania, si avvicina all’esperienza artistica frequentando inizialmente l’Accademia di Belle Arti. Nel 1996 frequenta dei corsi di pittura a Pisa e si dedica alla pittura su vetro, alla decorazione pittorica ed elementi d’arredo. Successivamente nella città natia, Noto, dirige un luogo di produzione artistica il “Caffè Artè”, mentre partecipa a diverse collettive d’arte: Milano,
Reggio Calabria, Malta. Ma le sue maschere, i suoi volti dell’anima, la conducono a fondare, con il regista Giorgio Benelli, la compagnia teatrale “Le cattive compagnie”.
Attualmente vive ed opera a Noto.

 

 

La fisiognomica e la pura scienza dell’essere e dell’esistere, della grammatica visiva, quella sperimentazione che Leonardo traduce in gesti e azioni “perché l’occhio è finestra dell’anima” (Leonardo, Codice Atlantico). La poliedricità dei volti e delle maschere della Forte (Uno, nessuno, centomila) rievocano un canovaccio scenico, quel Mistero buffo del giullare istrionico che Dario Fo traduce in immagine e parola, in cambiamenti segnici e facciali, che la nostra artista reinterpreta in una natura autobiografica. Una messa in scena, una platea, una piramide di corpi e di volti che ci invitano a riflettere sulla vita vissuta o interpretata, sull’essere e non essere, sull’agire o recitare, una poliedricità della commedia umana. I personaggi della Forte sono di una elegante e istrionica ironia di sé stessi, sono delicate umanità che conducono all’intrinseca narrazione dell’artista, genio delicato e “forte”: ogni grafia è segno, ogni tratto cromatico e acquerellato ci conduce in un dedalo di figure apparentemente astratte, ma che ci invitano ad una realtà altra, il mondo fantastico dell’artista.

Michele Romano

 

 
 

“Se il normale, il tradizionale e il magistrale equivalgono al bello, allora il raro, il notevole e il singolare devono equivalere al brutto. Viva la bruttezza, che crea la bellezza. Senza la bruttezza non esiste la bellezza, ma soltanto l’ovvietà, l’indifferenza, la noia. Il non-estetico non è il brutto, ma è il noioso”

Asger Jorn