Annalisa Pascai Saiu
Annalisa Pascai Saiu is a poet.
In that literal way, in which nouns in the strict sense derive from verbs. Here, in ours, it is therefore a question of doing. To build. To construct. Explaining an act, making the Logos no longer a chant for exalted soldiers, executed priests, eroticized initiates but a tangible and manifest “place”, architecturally intuited before being erected, habitable without frills.
Jewels and manias are things of the past, of other hands connected first of all, then addressed, finally wise.
And what dictates these lines to me is not the mysterious affection that binds me to her like a snare to the moon (I quote), but that indispensable vertebrate thrill that channels itself to the bones unknown to the physical body when its “artificial” (I invent) it crosses the cornea, pupil, crystalline and vitreous and goes to the retina generating the stimulus that becomes electrical and through the optic nerve it reaches the brain and remains there permanently, to germinate and then blossom upside down, extending clearly up to the heartbeat .
Hit the mark.Affect the things of life and death, triggering the attention mechanism. Annalisa you cannot just look at her, because you have wasted the justice that must be in your left hand.
And so that you can be a vitalized and non-dying subject who observes the thing with opinion: stay there.This I mean: stay there. Accept the invitation that is offered to you, because it is written in rare ink.
Annalisa Pascai Saiu is a poet.
This is the truth.
Amalia de Bernardis
Annalisa Pascai Saiu è una poeta.
In quel modo letterale, in cui i nomi in senso stretto derivano dai verbi. Qui, nel nostro, si tratta dunque di fare. Di costruire. Costruire. Spiegare un atto, rendere il Logos non più un canto per soldati esaltati, sacerdoti giustiziati, iniziati erotizzati, ma un “luogo” tangibile e manifesto, architettonicamente intuito prima di essere eretto, abitabile senza fronzoli. Gioielli e manie sono cose del passato, di altre mani connesse prima di tutto, poi indirizzate, infine sapienti.
E a dettarmi queste righe non è il misterioso affetto che mi lega a lei come un laccio alla luna (cito), ma quell’indispensabile brivido vertebrato che si incanala verso le ossa sconosciute al corpo fisico quando il suo “artificiale” (invento) attraversa la cornea, pupilla, cristallino e vitreo e va alla retina generando lo stimolo che diventa elettrico e attraverso il nervo ottico raggiunge il cervello e vi rimane stabilmente, per germogliare e poi sbocciare a testa in giù, estendendosi chiaramente fino al battito cardiaco. Colpire il bersaglio.Colpire le cose della vita e della morte, innescando il meccanismo dell’attenzione. Annalisa non puoi limitarti a guardarla, perché hai sprecato la giustizia che deve essere nella tua mano sinistra. E perché tu possa essere un soggetto vitalizzato e non morente che osserva la cosa con opinione: stai lì.
Questo voglio dire: rimanete lì. Accettate l’invito che vi viene offerto, perché è scritto con un inchiostro raro.
Annalisa Pascai Saiu è una poeta. Questa è la verità.
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